
Il Liceo Leopardi incontra Viola Ardone
Nell’ambito delle attività del festival “Macerata racconta” dedicate alle scuole, martedì 29 maggio alle ore 15.00 presso la Biblioteca d’Istituto, gli alunni rappresentanti delle otto classi prime dell’indirizzo classico e linguistico hanno incontrato “on line” Viola Ardone, autrice del romanzo “Il treno dei bambini”. Gli studenti, dopo una preparazione specifica da un punto di vista storico e tematico e la lettura guidata dai loro insegnanti, hanno rivolto molte interessanti domande riguardanti la vicenda, i personaggi, le scelte linguistiche, la rielaborazione cinematografica, che sono state soddisfatte dall’Ardone con grande disponibilità e sensibilità.
La scrittrice, che è anche un’insegnante di Liceo Scientifico, ha messo evidenza la difficoltà per i nativi digitali di approcciare la lettura e la consapevolezza che il libro oggi deve fronteggiare la concorrenza di altre forme di intrattenimento, che tuttavia non lasciano un residuo o un ricordo.
La lettura non deve essere un dovere, ma una passione da innescare, che nasce dall’empatia: ogni romanzo dovrebbe essere una scatola che contiene tanti dubbi e lascia aperte delle domande.
Il fatto che il libro abbia avuto un grandissimo successo, è uscito persino in Iran ed è stato tradotto in oltre quaranta Paesi, dimostra che la lingua scritta può ancora viaggiare lontano; la letteratura deve mantenere la sua funzione seduttiva nei confronti del lettore, intrattenerlo, ma nel senso più profondo del termine.
La storia al centro del romanzo parte dal progetto di Teresa Noce, dell’Unione donne italiane, che organizzò in tutta fretta, mentre il secondo conflitto mondiale stava finendo, un treno di diecimila bambini, partito da Napoli e diretto in Emilia Romagna, presso famiglie benestanti. L’esperimento di solidarietà ebbe successo e, per salvare un’intera generazione, venne allargato su vasta scala, tanto che in tutta Italia i bambini accolti furono circa settantamila.
Il grande interesse suscitato dal libro, che in Italia ha raggiunto le duecento mila copie vendute, è giustificato dal fatto che si tratta di una storia poco conosciuta, quella dei “treni della felicità”, documentata da fonti orali, come i racconti dei protagonisti, dalle testimonianze degli organizzatori e da articoli di giornale; queste storie però contengono degli archetipi, dei temi forti come la maternità, la paura del distacco, l’incontro, la solidarietà, il ritorno, l’identità, che riguardano trasversalmente tutti, mettono alla prova le nostre paure, la nostra capacità di accogliere e ci commuovono interiormente.